DOLORI ALLA TESTA

Introduzione
I dolori alla testa di più frequente riscontro sono le varie forme di cefalea. Queste si possono presentare singolarmente o associate tra di loro. In altre parole, chi soffre di un tipo di cefalea come l’emicrania, per esempio, può soffrire contemporaneamente anche di cefalea tensiva e questi due tipi si presentano in momenti differenti. Oppure può anche accadere che una forma di cefalea si trasformi in un altra nel corso degli anni o, ancora, che una forma sporadica nel corso degli anni diventi cronica. Distinguere le varie forme di cefalea non è sempre facile ma, d’altra parte, è sempre importante poter classificare la propria cefalea poiché, solitamente, ogni tipo di cefalea risponde a degli specifici trattamenti, farmacologici e non farmacologici.
Cefalea di tipo tensivo

La forma di più frequente riscontro è la cefalea di tipo tensivo anche conosciuta come cefalea muscolo-tensiva. È più frequente nelle donne e può essere distinta in una forma episodica se si presenta per meno di 15 giorni al mese ed in una forma cronica se si presenta con una frequenza di almeno 15 giorni al mese per almeno 6 mesi. Le altre caratteristiche di questa forma di cefalea sono la durata, che va da un minimo di 30 minuti fino a 7 giorni consecutivamente, la qualità del dolore, solitamente un cerchio doloroso che stringe la testa, l’intensità lieve o media che di solito rende difficile ma non impossibile lavorare o svolgere le normali attività quotidiane, la sede del dolore che solitamente è bilaterale, cioè interessa tutto il cranio, ed il fatto che non è aggravata dalla normale attività fisica. In pratica si può continuare a fare ciò che si stava facendo in assenza di dolore. Inoltre non sono presenti la nausea e soprattutto il vomito ma possono esserci il fastidio per i rumori forti o le luci intense. È anche frequente la presenza di dolorabilita dei muscoli del cranio specialmente durante le crisi di cefalea. I pazienti che soffrono di questo tipo di cefalea frequentemente soffrono di disturbi psicologici, ansia o più spesso depressione specie nella forma cronica, e gli attacchi di cefalea sono associati ad eventi stressanti. La terapia consiste in provvedimenti non farmacologici che sono solitamente particolarmente efficaci: esercizi di rilassamento da eseguire anche a casa, esercizi per la postura ed attività fisica. Se è presente un digrignamento notturno si può posizionare una placca liscia notturna (viene posta dal dentista) ed in presenza di punti muscolari particolarmente dolenti si possono programmare delle infiltrazioni con anestetico locale a cicli ripetuti. La terapia farmacologica a volte può essere evitata o limitata ad ansiolitici o antidepressivi in un’unica assunzione serale a basse dosi e per breve tempo.

Emicrania
L’altra forma più comune di cefalea è l’emicrania che a seconda se le crisi di dolore siano precedute o meno da sintomi premonitori si chiama emicrania con aura e senza aura. Le forme senza aura sono le più frequenti. Anche per l’emicrania, come per la cefalea tensiva, ci sono caratteristiche distintive che aiutano a riconoscerla. Queste sono la durata dei singoli attacchi che se non trattati o trattati con insuccesso durano da un minimo di 4 ore fino a 72 ore. Il dolore è di solito unilaterale, da cui il nome di emicrania, e di tipo pulsante. L’intensità del dolore può essere severa limitando o impedendo lo svolgimento delle attività lavorative ed è peggiorato dall’attività fisica. Inoltre possono essere presenti nausea e/o vomito e fastidio per i rumori forti o le luci intense. Tutti questi sintomi spiegano perché durante l’attacco di emicrania si preferisce stare fermi e al buio in un ambiente silenzioso. A volte questi sintomi se particolarmente intensi possono fare sospettare una causa più grave ed il medico con una accurata visita ed opportune indagini diagnostiche deve escludere questa possibilità. Anche per i pazienti con emicrania, che sono più frequentemente donne, i fattori stressanti e psicologici rivestono una importanza rilevante. Inoltre, cambiamenti climatici o abitudini alimentari (cioccolato, vino rosso o bianco, formaggi stagionati, insaccati, frutta secca, te e caffè) possono essere fattori scatenanti. Anche per l’emicrania le contrazioni muscolari eccessive ed anomale, oltre ai difetti posturali, possono aggravare o scatenare la crisi dolorosa. I rimedi di tipo non farmacologico sono gli stessi della cefalea tensiva mentre per quanto riguarda la terapia farmacologica questa è distinta in terapia che serve per controllare l’attacco acuto ed in una terapia che serve per prevenire o ridurre il numero di attacchi se questi sono superiori a 3-4 al mese. In alcune forme particolarmente resistenti è indicato l’uso di infiltrazioni con tossina botulinica o anestetico locale. In generale si può dire che chi soffre di emicrania dovrebbe stare dentro una “campana di vetro” nel senso che, nel limite del possibile, dovrebbe condurre una vita estremamente regolata ed abitudinaria: dormire né troppo né troppo poco, mangiare pasti mai troppo abbondanti ma nemmeno troppo esigui ad orari costanti, fare una continua e non eccessiva attività fisica, evitare gli squilibri glicemici ecc.
Cefalea cronica quotidiana

Un altro tipo abbastanza diffuso di cefalea è la cosiddetta cefalea cronica quotidiana che si presenta come una cefalea che dura per almeno 6 giorni alla settimana da almeno 6 mesi. Inoltre la cefalea deve essere presente per buona parte del giorno o per tutto il giorno. Questa forma di cefalea è spesso una forma evolutiva di un’emicrania cronica o di una cefalea di tipo tensiva cronica. Ed in questi casi è facile capire la sua provenienza ma a volte può comparire ed evolvere rapidamente in cefalea cronica quotidiana. L’abuso di farmaci analgesici può favorire il passaggio da una forma di emicrania episodica o da una forma di cefalea tensiva in una cronica quotidiana. Se ciò accade è meglio che la disintossicazione avvenga in ambiente ospedaliero. Anche i fattori psicologici giocano un ruolo importante. Infatti non tutti i pazienti migliorano dopo la disintossicazione. Molte volte sono anche presenti sintomi genericamente definiti come psicosomatici: colite, bulimia, ansietà, fobie, palpitazioni, disturbi del sonno ecc. In conclusione, il trattamento efficace della cefalea cronica quotidiana deve tenere conto di tutte le caratteristiche suddette e deve essere personalizzato in relazione alla sua più probabile origine, emicrania trasformata o meno, abuso di analgesici, disturbi della personalità e presenza di sintomi psicosomatici.

Cefalea a grappolo

Questo dolore interessa solitamente i maschi, specialmente se forti fumatori anche se non si è stabilito un nesso di causa con il fumo di sigarette. Si presenta con crisi estremamente dolorose riferite all’occhio o in sede retro orbitaria. Le crisi si accompagnano di solito ad arrossamento dell’occhio ed a lacrimazione e risvegliano dal riposo notturno. La durata media della crisi varia da 15 minuti a 180 minuti. Queste crisi si possono presentare più volte nella giornata o anche più sporadicamente, per esempio una crisi ogni 2 giorni. Qualunque sia la loro cadenza, spesso tutti gli attacchi sono riuniti in grappoli (da cui il nome dato alla cefalea) della durata di alcune settimane o mesi. Poi le crisi si interrompono per ricominciare dopo questa pausa. Così si comporta la cefalea a grappolo episodi a, che è la forma più frequente. Esiste però la forma cronica dov’è non c’è alcuna remissione e le crisi durano tutto l’anno senza interruzioni. Un’altra caratteristica tipica di questa forma di cefalea è lo stato di profonda agitazione durante l’attacco, a differenza dell’emicrania nella quale invece si preferisce stare immobili al buio ed in silenzio. Per interrompere la crisi si può fare ricorso alla somministrazione di ossigeno o all’assunzione di appositi farmaci (triptani, verapamile). Le forme resistenti alla terapia farmacologica possono essere trattate con successo con il ricorso ad una tecnica chirurgica mini invasiva come la stimolazione del ganglio pterigopalatino con radiofrequenza pulsata.

Emicrania cronica parossistica

Anche quest’ultima si presenta come dolore in genere unilaterale, molto intenso, localizzato a livello dell’occhio o della zona temporale, la tempia, dello stesso lato. La sua durata varia da 2 minuti a 45 minuti e la frequenza degli attacchi, diurni o notturni, è superiore a 5 al giorno nella maggior parte dei casi. Una cosa che la rende simile alla cefalea a grappolo è che gli attacchi sono associati a segni tipici dal lato del dolore: arrossamento della congiuntiva, lacrimazione, ostruzione nasale, naso che scola, abbassamento e rigonfiamento della palpebra. Una caratteristica unica di questa forma di cefalea è che risponde molto bene alla somministrazione di un farmaco analgesico classico che è l’indometacina. Anche questa forma di cefalea, come quella a grappolo, mostra una tendenza alla spontanea remissione degli attacchi, che spesso viene interpretata come successo della terapia, e ad una successiva recidiva.

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DOLORI NELLE VARIE PARTI DEL CORPO

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